In una nazione civile, in una regione decorosa, in un comune dignitoso la priorità spetta indiscutibilmente alla sanità, più specificatamente al primo soccorso. A La Spezia questo non avviene. Il Pronto Soccorso è strutturato indecorosamente, a livello sub umano. Non per la professionalità del personale, bensì per gli spazi ristretti, il relativo caos generante attese da denunce penali. La probabilità che accadano errori, a volte sfiorante il decesso, è alta, troppo alta. Il Sindaco, massima autorità sanitaria, dovrebbe intervenire, istantaneamente, senza nascondersi dietro al paravento del nuovo ospedale, i cui tempi di realizzazione annunciati, sono creduti solo da coloro che credono di vivere sotto una giunta di sinistra lontana anni luce da un consociativismo in realtà imperante da vent'anni sotto questo suolo. Sette, otto, nove ore d'attesa per essere visitati, costituiscono uno schiaffo indecoroso alla comunità spezzina. Conosco situazioni di amici ed amiche imbarazzanti più di un'omelia del Card. Bertone sul diritto ad una casa decorosa per tutti. Nel vecchio ospedale del Felettino da abbattere, hanno costruito un piano, per malati di Ads, mai utilizzato ed in procinto di essere distrutto, spendendoci 4 milioni di euro e di grida allo scandalo. Mentre attorno si elevano preghiere, compresa la mia, per chiedere che in caso di malore la Provvidenza ci faccia essere vicini a Massa, a Carrara, a Pisa, per essere accolti in strutture adeguate, sorge spontanea una, anzi, la Domanda: se non sono stati capaci di restaurare due piazze, come possiamo credere che un giorno non troppo lontano, a detta loro, entreremo, in caso di bisogno, dentro una struttura sanitaria da paese civile?
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