Non posso che farti gli auguri di
buon compleanno, caro Marcel, visto che sono impegnato, anzi gustante, di più,
affascinato dalla tua Recherche che mi sta portando colà ove sinceramente mai
avrei desiderato andare.
Recentemente
ho rivisto un film meraviglioso "Misery non deve morire" e ho pensato
che se ci fossi stato tu al posto di Paul Sheldon, non avresti avuto problemi
di sorta con la bufera di neve: per trasportare la Recherche all'editore
infatti, avresti utilizzato un camion, visto le migliaia di pagine! E se per
assurdo la signorina Annie Wilkies ti avesse portato a casa, l'avresti
disciolta in uno dei tuoi interminabili ragionamenti (ricordi che disse il
critico che lesse il primo libro e lo bocciò? «
Sarò particolarmente tonto, ma non riesco a capire come questo signore possa
impiegare trenta pagine a descrivere come si gira e si rigira nel letto prima
di prendere sonno.»
Auguri caro Marcel! Ti immagino
nelle sere in cui m'avvicino all'opera, vestito come uno speleologo in poltrona
accanto a me, mentre, quasi infastidito dalla mia colossale dote innata di
perdere tempo, mi domandi "Allora? Andiamo? Sei pronto a scendere?"
Scendo negli abissi inesplorati,
nelle giunture più lontane dell'ego, a volte interrogandomi, a volte soffrendo,
pur sempre però estasiandomi da tale viaggio verso l'inconscio.
Medito sulla tua malattia che ti
costrinse a scrivere nelle notti eterne per sette anni, senza mai riposare, e,
mentre scrivevi della ricerca del tempo perduto, a molti sciocchi pareva che tu
stessi perdendo anni di vita, come ora, forse peggio, dove molte attività
essenziali sono ancora viste da molti, compassionevoli attori del nulla, quali
scriteriati sprechi di tempo, occupabile secondo loro in altre e ben più
importati atti, tra cui emerge sempre, quello di fagocitare sino a scoppiare,
risorse destinate a tutti.
Termino questa mia, augurandomi che
il tempo ritrovato in me dalla tua ricerca, non si esaurisca con l'arrivo
dell'ultima pagina della tua avventura. Un giorno poi, mentre scendiamo verso
l'ignoto che è in tutti noi, ti racconterò che stranissimi ricordi son
riaffiorati.
Quasi da non essere più
ricercati. Nel tempo.
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