lunedì 9 maggio 2016

Tempo di mare...


Non solo sono completamente d'accordo, ma vorrei anche apportare modifiche per extra costi.
Di cosa sto parlando?
Da ieri i turisti pagano 4 euro il viaggio in treno per le Cinque Terre. A prima vista la tratta La Spezia - Riomaggiore, che se devi andare in bagno non finisci neppure la minzione, tralasciando altri necessari accessori tipici del maschio (vedasi scrollata), è tanto corta quanto eccessivo il costo. 
Ma non dimentichiamoci il fattore "scassamaroni" per noi indigeni che, da marzo a ottobre, ci scordiamo di ipotizzare un pomeriggio a Manarola o a Vernazza, orientandoci invece per il brodo a dado delle acque medusee di Marinella. 
Ed inoltre: devi partire a giugno per Pavia? Prova ad andare in stazione senza farti venire voglia di attaccarti al collo di qualche samurai ridanciano, con l'ombrello aperto, i sandali con i calzini ed intento, infoiato come non mai, a scattare parossisticamente foto a mitraglia al regionale in arrivo da Parma sul primo tronco, da cui scendono poveracci esausti per le canoniche due ore e mezza di durata, che quando s'ode sentire qualcuno in cravatta alla tv parlarci di avvenuta modernizzazione delle linee ferroviarie, di frecciarossa e Italo, vien voglia di scomodare santi sconosciuti e curiosi! 
Prova a salire su un treno nello stesso marciapiede dove s'aggirano pazzi scatenati, pregni di borracce, bastoni, ombrelli, trucchi, crostate, panini insalubri, pronti a spingerti senza rancore mentre passa un merci, al fine di aver meno avversari per la salita sul treno. 
Certo: i soldi non arriveranno nelle nostre tasche, freneranno però impercettibilmente la funerea ressa quotidiana che innervosirebbe anche un monaco buddista reduce da due anni di esercizi spirituali. 
Perché non aumentare i costi di coloro che ci portano via la bellezza di quei luoghi, dividendo alla fine gli introiti per ridurre le tasse comunali? 

Esempi?
Entri in stazione con i sandali marroni e le calze blu? 10 euro!
Parli sguaiatamente con grida alla Bruce Lee, apri l'ombrello per coprirti dal sole e per cavarmi l'iride? 10 euro!
Hai la cartina di San Giminiano aperta e mi stai chiedendo informazioni in giapponese per arrivare a Tramonti? 15 euro! 
Sei vestita da gnocca mentre hai vinto per decenni il titolo di Miss Adipe ed hai le spalle color blu notte, il naso come Geppetto e le ascelle che profumano di fricassea? 35 euro!
Hai uno zaino che neppure Armstrong sulla Luna ne aveva uno simile e lo stai sparando nel muso ad un martire silente? 20 euro!
Chiami in lingua originale la tua compagna che è ancora nella hall dell'albergo, con intensità simile al Boeing 747 in rullaggio? 30 euro! 
Hai il bastone da guida turistica con su scritto in giapponese e guidi un'accozzaglia di nippi che ti seguono ovunque, abbattendo cose e persone senza rancore, in modalità Gentile su Zico? 20 euro!

Senza contare poi che si potrebbe parlare molto sul fatto che se dici queste cose in pubblico, ti zittiscono subito dicendoti la frase arcinota "il turismo è occupazione! L'indotto! Ma sai quanti posti di lavoro ci sono dietro a queste piccole sofferenze?"
E pensi ai "furboni rivieraschi" e alla loro focaccia venduta al prezzo del topazio di Amsterdam, alle cinqueterre dentro ai bussolotti innevati appioppate a prezzo tartufo e a tutte le cantine diventate camere in stile Betlemme ed affittate in modalità Ritz di Parigi! 
Mentre intanto il vento, la sabbia, e il mare color Gange t'avviserà di essere arrivato allo stabilimento e tu, lontano diverse miglia dalla battigia, inizierai la quotidiana lotta con il giornale, progettando per novembre una deliziosa camminata sulle alture di Monterosso...

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