Con tutto il rispetto per la Sovrintendenza, il blocco dei lavori per la costruzione del nuovo ospedale del Felettino a La Spezia per via della presenza dei ruderi di villa Cerretti, sa un po' di presa per i fondelli, lo stesso dicasi per i resti delle latrine del teatro Politeama in piazza Verdi.
C'è da chiedersi dove siano stati durante questi anni i "signori dell'arte": se villa Cerretti è tanto importante da bloccare i lavori dell'ospedale, perché la si è lasciata marcire e avviluppare dai rovi? Perché nessuno non si è fatto mai sentire con il proprietario del rudere, l'Asl5, al fine di richiederne interventi manutentivi? Perché non si ė progettato un recupero, una salvaguardia del valore artistico di questo luogo pregno di patriottismo di eroi del Risorgimento quali Giuseppe Cerretti e Aurelio Saffi?
Forse perché al di là del ricordo storico, dentro non vi è nulla che debba essere oggetto di valorizzazione artistica.
E ha detto bene il capogruppo in regione del PD Raffaella Paita, definendo incredibile il fatto che la Sovrintendenza nel 2011 dichiarò il bene non storico, rimangiandosi il tutto oggi e fermando appunto i lavori, appena iniziati, del nuovo nosocomio.
Che succede dunque dalle parti del Golfo dei Poeti? Cos'è questa corsa al reperto scatenatasi nei meandri del protezionismo archeologico?
Eccedere, a volte, è dannoso. Perseverare pure. Se questi "saccenti bloccanti" lavorassero nella capitale, a Roma ancor oggi circolerebbero le bighe e la stazione Termini avrebbe due soli binari come Brescello.
Lo stesso dicasi di "Piazza Moviola2-il ritorno dei portali" (ex Piazza Verdi): che speravano di trovare nei resti affiorati di un teatro cittadino, spazzato via dal piano regolatore dell'epoca? Forse carte della pizzeria Pia di allora, ancora unte? Un quadro di Strina?
E soprattutto: Italia Nostra! Ok, siamo consapevoli della vostra esistenza! Basta però, per favore! Non vorrei che un giorno arrivaste tutti trafelati ad annunciarci lo sbarco degli extraterrestri! Quella è la Cattedrale.
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