sabato 5 marzo 2016

Comatosi e lettori


Quindi un'unica voce a caratteri si alzerà dalla Liguria, dopo l'unione di Repubblica, Secolo XIX e La Stampa.
Gran brutto segnale per gli spiriti liberi, pessimo presagio per la stampa cosiddetta libera.
Gli Agnelli che lasciano il Corriere è il lampante esempio di come possedere un quotidiano importante, sia indispensabile per chi deve proseguire il saccheggio arbitrario capitalistico sino a quando ne veda l'utilità.
Loro, poveracci, sono dovuti volare in altri lidi con le loro proprietà non perchè più nobili o socialmente all'avanguardia, ma in quanto più economici sul fronte tasse.
De Benedetti acquista un potere editoriale senza pari in Italia, simile a quello mediatico del suo avversario politico di sempre, l'oramai esausto Pregiudicato.

La Repubblica, trasformatasi da qualche tempo in mansueto servitore per le scellerataggini del Bimbo Arrogante Toscano, sarà il valido appoggio per le campagne di "induzione alla palla", arte nobile del potere fiorentino vigente.

Non comprare più Repubblica, dopo oltre trent'anni di lettura, è scelta che ritengo saggia, eccezion fatta per l'edizione domenicale ove la sezione cultura è ancora inarrivabile dalle altre testate.

L'editoria italiana, silenziosamente, pare aver accetto questo monopolio nascente, questa corsa del potere alla ricerca di armi per iniettare positività e pseudo soluzioni pregne di fittizia energia mai scalfente gli atavici problemi peninsulari.


L'unico giornale che ancora ritengo tale è il Fatto Quotidiano, che si autofinanzia autonomamente e su cui spesso leggo notizie, introvabili in altri quotidiani, descriventi situazioni da malato terminale di questa nostra nazione che corruzione, consociativismo sfrenato e indecenza politica hanno devastato nel corso di questi beceri ultimi anni.

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