In questo tempo quaresimale, tempo di conversione, di nuova sintonizzazione con sé stessi, è essenziale una presa di coscienza dello stato personale, dei progetti, degli obbiettivi, della riqualificazione dell'io.
Colpisce una frase del salmista molto idonea, descrivente lo stato di delusione imperante che m'avviluppa da tempo immemore:
"fallirono come un arco allentato"
C'è tutto in questa frase: l'arco non più teso è simbolo perfetto di quanto avrei potuto fare, senza riuscirvici.
Nella quotidianità sfinente ed assonnante se non si percepisce la novità flebile, fievole, l'infinitesimo rivolo di salutare brezza di bellezza, l'arco si allenta e non tendendosi più, provoca una rigidità interiore simile ad un filetto in crosta, celante la propria fragranza dentro uno scrigno da rompere per ottenerne delizie papillari.
L'arco allentato scatena delusione, disillusione e mestizia nel prossimo, necessitante delizie atte a proseguire il cammino. È responsabilità di ognuno tendere cuore e mente, basilari per ri-scoccare frecce di umanità, lampi traccianti il sentiero da percorrere insieme.
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