La vicenda della delegazione italiana in visita in Arabia Saudita, merita alcune considerazioni.
Premesso che già prima di partire si sarebbe dovuto declinare l'invito,visto che il regno saudita oltre ad essere un pollaio ove le più elementari regole dei diritti umani vengono svergognate mediante una politica arcaica, preistorica, retrograda che infanga la stessa cultura, ammesso che ancora vi sia, tutto ciò cadde però in prescrizione, visto il vero sovrano di questo pianeta è il denaro; tutto viene dimenticato, triturato, svilito dal profumo dei contratti in essere ed in divenire, che i nostri rappresentanti coccolano ed ansimano di avere, pur trattandosi in prevalenza di vendite d'armi, mercato in cui siamo fieri (lo sono i nostri pavidi rappresentanti che dentro ci sguazzano come anatre sciocche) protagonisti.
Quindi, a fronte di tutto questo, lontani anni luce da emettere una flebile richiesta di spiegazioni difronte alla condizione della donna in Arabia, alle spietate esecuzioni mediante decapitazione e successiva crocifissione del corpo mutilato quale monito e spauracchio, partimmo per la landa deserta tronfia di oro nero. Guidava la delegazione naturalmente, il nostro pallone gonfiabile toscano, assetato di protagonismo più che Belen di copertine giornalistiche.
Ebben, anche lì siamo riusciti a farci notare, a portare l'attuale italianità a modello di tutto quanto concerne stoltezza, accaparramento, fame vergognosa e strafottente che assale molti di noi impegnati e lautamente impiegati dentro ai meandri dello stato affaristico.
Al termine della cena infatti, mentre il despota saudita si ritirava per il riposo nel suo oro cullante, i nostri, davanti al tavolo con i ricordini omaggianti, tra cui rolex da 15000 euro, si sono azzuffati, litigandosi i ninnoli come i condor si spartiscono i cadaveri. Vi immaginate lo spettacolo, la figuraccia, la comseguente merda piombante sulla nostra nazione?
E lui, l'Egoriferito che fece? I regali furono presi in custodia dalla scorta del presidente ed attualmente, stando ai giornali, s'ignora che fine abbiano fatto. Finirà al solito come la nostra commedia prevede: silenzi, finte indignazioni, dichiarazioni alla Boschi con risolini e promesse. E poi sarà al solito, buio istituzionale.
Gentaglia, gentaglia senza nessun sostegno morale, barche in balia di corruttela, di sottobanco, di lobbies senza scrupolo, di interessi anteposti da tempo immemore al bene comune. Canaglie in cravatta, eleganti uomini d'affari dediti alla perpetua alterazione delle regole democratiche, pronti a scannarsi per chincaglierie, che vivono solo di luce riflessa, solo in sottomissione al potente di turno, solo per sbranare altre carcasse, solo per contare qualcosa in questa politica, oramai essa stessa non contante più nulla.
Ecco cosa sono.
Nessun commento:
Posta un commento