Colazione in un bar inusuale ed in compagnia del "Tenutario di pubblici giornali" che, entrato dopo di me, si è pubblicamente meravigliato di come mi fossi appropriato della Gazza mattutina, per via di un diritto "usucapionico" da tempo immemore, a suo dire, detenuto.
Alto, dinoccolato, con smorfia sorridente, ha vagato per una buona decina di minuti attorno alla preda rosea, volteggiando con fare da condor, facendo finta di leggere una rivista di cui, era lampante, non importava una mazza. Ogni tanto mirava il suo maltolto ed il sottoscritto, a suo pensare, un becero accalappiatore di privilegi altrui che al massimo avrebbe dovuto accostarsi all'elenco telefonico e non infangare una tradizione locale decennale.
Ma si sa, bastardi si nasce! Ed allora per contrastare questi rituali fuorvianti incentrati sulla bieca consuetudine che vuole il giornale al bar non sfogliato leggiadramente ed in tempi rapidi come l'educazione imporrebbe, bensì studiato alla "Della Mirandola" per un ipotetico concorso mnemonico, ecco che mi son messo a leggere anche di vela, judo, bocce e di necrologi, facendolo rosolare come un asado cotto al freddo di un paese alpino! L'imbelle divenne tanto nervoso da quasi nitrire per rabbia, muovendosi come la Minetti ad una "cena elegante", alzandosi per futili motivi e concentricamente avvicinarsi al mio tavolino, con fare alla Verdini.
La stoccata finale ammetto fu di una cattiveria fuor dalle righe: giunto alla pagina finale, rigirai il giornale dando per un attimo sensore di rileggerlo, innescando nel torvo quasi un gemito di dolore paragonabile a quello di Orfini davanti al suo Q.I.
Fu allora che mosso a compassione, appoggiai la rosea sul tavolo lontano da me, assistendo all'infoiata raccolta dello sbavante, simile a lasciare i dirigenti ciellini della cooperativa "La Cascina" da soli in un caveau!
Nessun commento:
Posta un commento