Apparentemente è un po' come se a Samoa venisse
organizzato una fiera degli sci Rossignol o a Cervinia un bando per la
selezione di una ventina di cercatori d'ostrica.
Verrebbe da pensare di cosa parlino al Sinodo sulla
Famiglia persone che per scelta vocazionale hanno abbracciato il celibato,
promettendo vita in castità, a volte solo sulla carta.
Qualcuno potrebbe obiettare che tra gli auditori siano
presenti famiglie, ragazzi e anche bimbi. Solo Auditori, tra l'altro scelti con
dei parametri abbastanza di parte, con poche possibilità di poter spiegare la
propria opinione con tempistiche idonee.
Tutto questo sarebbe giusto da
osservare se non si trattasse di un'adunanza della Chiesa Cattolica che in
virtù della propria fede, auspica e fermamente crede nell'illuminante aiuto
divino per mezzo dello Spirito di Verità, che dovrebbe limare, provocare,
discernere, aiutare tutti coloro che siedono lì per il bene comune, al fine di
tracciare linee programmatiche che una volta concordate, costituiranno la base
verso cui i fedeli nel mondo guarderanno per progredire nella fede.
Chiaro
discorso di fede quindi, presupponente un'adesione totale al progetto salvifico
compartecipato.
Papa Bergoglio giustamente auspica un lavoro comune sotto
l'egida divina, abbandonando arti e mestieri di stampo politichese, tipiche di
questo mondo.
Condividere per scegliere nella libertà, smussando angoli che
diatribe fini a sé stesse tendono ad inasprire.
Due grandi ideali si
confrontano, forse scontrandosi, a Roma: coloro che sognano di riprendere il
cammino nel mondo, partecipando del sacrificio e della fatica di molti,
spogliandosi al contempo di secolari imbiancature divinizzanti, estranianti in
una regalità di questo mondo e la solita becera idea pre-giudicante,
asfissiante, già annunciante colpe e pene in un'ottica spartiacque per un'ovile
sprangato, rendente impossibile la ricerca della centesima ovina, fondamento
della misericordia cristiana.
E' in gioco il carisma di Papa Francesco e la
conseguente discesa verso i mortali di questa Chiesa da tempo immemore
abbarbicata su placide alture, nascoste ai più dai fumi d'incenso e dal rancore
di molti.
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