Le 18.
Cavolo si è fatto tardi! Oggi ho un aperitivo molto “in” e una serata da passare a parlare di come il cinema italiano soffra la mancanza d’idee, perdendo vergognosamente con i film americani.
Cribbio! Vediamo. Prima di uscire mi serve l’idea per emergere al solito, per far vedere agli altri il mio disincanto frutto della mia conoscenza in materia.
Ops! Scusatemi se non mi sono ancora presentato! Sono un critico, il Critico di sinistra. Molto ricercato negli ambienti che contano, metto al servizio degli altri la Cultura fabbricata in anni di .... diciamo.. paraculismo. Si, definiamolo così.
Se sapeste quante opere egregie ho dovuto cassare, per emergere!
Quanti registi affogati, reietti, sommersi!
E’ la legge dell’originalità. Un film piace, fa cassetta? Bene: stronchiamolo! Che senso avrebbe se no, la mia figura?
Quando tutti sono ammaliati da un’egregia sceneggiatura scritta in dignità, quando la fotografia risponde ai canoni dell’etica, quando il regista realizza un film gustoso, io che debbo fare secondo voi per innalzarmi, per differenziarmi in modo che mi continuino a sfamare in dibattiti con cena e cene con dibattito?
Come potrei scrivere la mia opinione se fosse uguale alle vostre?
Ho buona memoria. Ricordo nomi di maestri ai più sconosciuti. Allacciarmi a qualcuno di non troppo noto è gioco infallibile. Nessuno degli uditori mai e poi mai mi potrà dire “scusa ma che cazzo stai dicendo?”.
Infallibile! Semplicemente meravigliosa questa situazione.
Come il commerciante che ricarica tre-quattro volte un prodotto e poi si lamenta di vendere poco! Sapete il ricarico delle scarpe ad esempio: dieci volte quando va bene! Avete mai udito uno scarparo esultare, contento per questi guadagni? Mai vero?
Fa parte del gioco!
Ed io che vivo di parole devo lamentarmi, mantenermi visibile. Devo allacciare e stroncare. Giudicare per il mio lavoro non per la verità.
Devo scrivere di capolavoro su un prodotto non di tendenza, ma di nicchia.
Devo commentare per esistere, non per soccombere.
Sono un critico, il Critico.
Mangio e parlo, parlo e vedo gli altri ammirarmi, mai dissentendo. Non possono non essere d’accordo con me e se anche lo fossero, fingerebbero di non esserlo.
Ho un potere enorme. Posso alterare verità, ingannare, mortificare.
Devono necessariamente mantenermi in auge, osannandomi, pendendo dalle mia labbra. Frequentando certi ambienti si diventa dipendenti del bello, della bella vita.
Ora scusatemi, ma devo andare! Arriverò in ritardo, fa parte del gioco per sperticarmi in aurifere discussioni.
Sul nulla?
Che importa! Pagano bene anche quello!
Ahh! Naturalmente, viva la sinistra culla di libertà!
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