sabato 12 settembre 2015

Ahhhhh!


Musica per le orecchie!

"Tutto quello che vuole, sissignore, ma sono le parole che cantano, che salgono e scendono. Mi prosterno dinanzi a loro. Le amo mi ci aggrappo, le inseguo, le mordo, le frantumo. Amo tanto le parole. Quelle inaspettate. Quelle che si aspettano golosamente, si spiano finché ad un tratto cadono… Vocaboli amati, brillano come pietre preziose, saltano come pasci d’argento, sono spuma, filo, metallo, rugiada… Inseguo alcune parole… Sono tanto belle che le voglio mettere in tutte le mie poesie. Le afferro al volo, quando se ne vanno ronzando, le catturo, le pulisco, le sguscio, mi preparo davanti il piatto, le sento cristalline, vibranti, eburnee, vegetali, oleose, come frutti, come alghe, come agate, come olive. E allora le rivolto, le agito, me le bevo, me le divoro, le mastico, le vesto a festa, le libero… le lascio come stalattiti nella mia poesia, come pezzetti di legno brunito, come carbone, come relitti di naufragio, regali dell’onda… Tutto sta nella parola… Tutta un’idea cambia perché una parola è stata cambiata di posto o perché un’altra si è seduta come una reginetta dentro una frase che non l’aspettava e che le obbedì.

Hanno ombra, trasparenza, peso, piume, capelli, hanno tutto ciò che sìandò loro aggiungendo, da tanto rotolare per il fiume, da tanto trasmigrare di patria, da tanto essere radici"

(Pablo Neruda - Confesso che ho vissuto)

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