sabato 30 maggio 2015

Ahiahiahi


Pare che durante la notte accadano strani "movimenti letterari" nella Milano operosa. Il Logo della grande esposizione universale pare infatti soffrire di crisi depressive.

L'Egoriferito Toscano l'aveva inaugurata tra trombe e grani di incenso (per sé) da un chilo, tra osanna ed addirittura mutazioni dell'inno nazionale!
Gli adepti del culto del cemento prevedevano senza una piega timorosa almeno 4milioni di visitatori al mese. La realtà è molto amara.

A maggio il cerimoniere Giuseppe Sala annuncia che ci sono state 1milione e novecentomila visitatori, meno della metà. 
Il ponte per i taxi costato 100milioni di euro è perennemente vuoto. I parcheggi per le auto sembrano delle location per un comizio del Pregiudicato. 
L'ingresso est è praticamente un set per un remake del "Deserto dei Tartari". 
Le nazioni ospitate in quella landa solitaria tra cui Oman e Russia (ahiaihiahi) sono incazzate più di De Luca all'udire la parola Bindi. 
Gli espositori a pagamento, come ad esempio Birra Moretti che con le bottiglie invendute sta progettando di costruire una riproduzione della Torre Eiffel, sono così incazzati che potrebbero riuscire a ribattere a Sgarbi facendolo tacere. 


Vengono alla mente alcune domande profetiche del passato:
A che serve?

Quale messaggio vuol trasmettere?

Nutrire il pianeta con Coca Cola e McDonald's mega-sponsor?

Perché tanto cemento?

Se il numero dei visitatori è metà di quello previsto, quante tonnellate di cibo è già stato buttato via, alla faccia di chi muore di fame?


Su tutto questo, come detto, lo sforzo del logo espositivo che tenta di modificare il proprio significato...



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