Se oggi passate da Genova, fermatevi a guardare per un
attimo il cielo. Vedrete alzarsi e librare una miriade di palle fosforescenti,
lanciate da chi per copione, interpreta da svariati mesi la figura
dell'Ottimista per eccellenza: scende infatti sul capoluogo ligure il nostro
Presidente del Consiglio nel giorno in cui partono i lavori per la messa in
sicurezza del torrente Bisagno, descritto come micidiale e pericoloso in realtà
desideroso soltanto di occupare il suo letto naturale, strappatogli da bruti e
scellerati amministratori che in nome del cemento hanno edificato ove solo un
coglione d.o.c. avrebbe potuto pensare di farlo.
Arriva preceduto da una lettera scritta a Genova e
pubblicata sul Secolo di oggi in cui tra l'altro scrive che
"Da loro, dagli angeli del fango - che ho imparato a
conoscere quando ero scout, andando a dare una mano in Umbria o a Pietrasanta,
e ascoltando i racconti di Firenze, dell'Arno
- possiamo e dobbiamo soltanto imparare. Da quella determinazione, da
quel sacrificio, da quel dono di sé senza attendersi niente in cambio, se non
il rispetto e la riconoscenza."
"A Genova oggi proviamo a dare senso a questa lunga
attesa, alla pazienza di chi, guardando le nuvole in cielo, le guarda come una
minaccia, una maledizione. Le nuvole che "ogni tanto si fermano e quando
si fermano sono nere come il corvo", come cantava De Andrè.
Da oggi proviamo, invece, a restituire ai genovesi,
coraggiosi e disincantati, delusi e generosi, quello sguardo alzato in alto,
lassù, senza scuse, senza paura."
Commosso come dopo aver sbucciato quattro chili e mezzo di
cipolle, pensando solo un attimo al fatto che chi parla rappresenti la
parte politica che per decenni ha fatto finta di nulla sul tema, incurante del fatto
che nel frattempo in altri luoghi crollino soffitti di scuole appena rifatti,
viadotti di strade appena terminati, manti stradali di nuove opere, auspico a
tutti i genovesi una giornata serena, memorabile ed a sera un pensierino
rivolto al fatto che nello stretto pertugio il sigaro acceso non fa poi neanche così tanto
male come si narra.
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