lunedì 2 febbraio 2015

Maialità


Pare che Expo 2015 a Milano, incentrato sul cibo, eviterà di mettere in luce un nobile alimento, un'inebriante fucina di effluvi gastronomici: il maiale. È facile comprendere il perché, il non irritare i ricconi di bianco vestiti e le loro credenze che non ammettono il consumo di questo signore del gusto. Dico, stiamo scherzando?
Faremo quindi finta che spalle, culatelli, coppe, salami, prosciutti non siano mai esistiti? Che il connubio vino rosso-salumi non è di questo mondo? Che ci siamo inventati lo stupore papillare scaturito da introdurre in fauce le mirabolanti e fantastiche sensazioni dovute al gaudio che un vassoio mix di "mailate" procura? E per cosa? Per assecondare diktat arabeggianti, di chi non rispetta la donna, che vorrebbe imporre restrizioni paranoiche ad ognuno di noi?

Scusate, mi sgorga dal cuore: vaffanculo!

Non credo che andrò all'Expo in quanto mi irrita molto il sapere che l'incensazione del cibo, energia del mondo, non contempli il fatto che mentre allegramente gireremo per gli stand, molti staranno morendo per la mancanza dello stesso.

Se ci andrò però prometto di presentarmi con una collana di salsicce, alla faccia di coloro che seguono regole che vorrebbero imporre anche a chi, referentemente, inneggia al maiale con... "affetto", tanto "affetto", a volte anche con coltello per gustare la fetta alta e commovente!

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