L'appuntamento fisso quotidiano era disatteso da un
po' di giorni.
Era uno dei migliori.
Ora che metà intestino è rientrato in casa
dopo aver coabitato molto tempo nel testicolo e per questo accolto dall'altra
parte al grido di "coglioni, coglioni!" il dubbio in cervice era
assillante: "come sarà il primo appuntamento con la tavola della tazza? Ci
saranno dolori, ansie, drammi da sforzo?"
La parte rientrante si vendicherà preparando un
fantasmagorico tappo, che né cento passiflore, né litri di clisteri medioevali
riusciranno a levare?
Il segnale in arrivo dalle retrovie un tempo starter
della ricerca della paglia, questa volta provoca ansia e rivolo di sudore in
fronte.
"Ci siamo!"
"Fratelli Tenue ricordatevi che, anche se da me
follemente separati, siete stati trattati sempre allo stesso modo e se mi
permettete, che modo!
Volete che vi ricordi le chianine, le orate, i sughi, gli
intingoli, le paste, i formaggi bagnati da nobili vini?
Si erano rifiuti
oramai, ma nobili!
Per voi ho sempre dato il meglio e credo lo sappiate!
Mai
avuto idea di divenir vegano!! Mai!!"
Nessuna risposta.
Seduta.
Silenzio.
Splaff!
Un
filo di gas!
Gioia!
Applausi da ambo le parti e mia promessa di far cessare
presto i vegetali e le carni bianche!
Ci vorrebbe anche una paglia per
festeggiar!
Già!
Ci vorrebbe...
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