martedì 5 agosto 2014

Non sentite il borbottio?


Rintanati dentro le loro alcove, tra conti correnti e libretti di fatture intonse, i baroni della medicina, i professoroni avvinghiati a madama Mammona, hanno tremato, ondeggiando le loro lustre dentiere! 
Una norma, per fortuna loro, sparita avrebbe decretato il loro prepensionamento, il loro addio all'attività arrivati a 68 anni. 
Terrore nelle dorate ville, frutto di anni di lavoro, di accaparramento di denari in virtù della loro sagace, illuminata arte di guarire o in caso nefasto, accompagnare a miglior vita pazienti che in virtù di una regola oramai naturale, scritta nel dna, affidano ad essi la possibilità di fare qualche respiro in più, magari intubati, a fronte della bravura di questi arzilli vecchietti che, tra medicine costose ed ultimi ritrovati, curano pazientemente coloro che vengono visti più come bancomat che come esseri viventi.
Primari famosi e non, universitari dotti e sagaci per fortuna han visto sparire quella mortale norma che li avrebbe messi a riposo a 68 anni compiuti, impedendo loro di continuare i traffici con le multinazionali della salute, da tempo immemore impegnate a far alzare i sempre più stellari guadagni, a scapito della norma universale che vorrebbe una salute per tutti, un ricorso a farmaci equo e non in base al conto corrente. 
Soloni e signore possono tirar un sospiro di sollievo e continuare a far finta che le ricevute fiscali le debba emettere solo il lavandaio o il ristoratore, che la loro è una missione per conto di Dio e del destino, che la ricerca è destinata a tutti ma in particolare a chi può spendere centinaia di euro senza batter ciglio. 
Bloccando la scala generazionale, dall'alto della loro inarrivabile cultura scientifica, continueranno a salassare la plebe, a comportarsi come una rockstar del termometro, ad un divo richiesto ed adulato in nome di una medicina trasformata in magia, non permettendo alle giovani leve, ancora lontane dalle ribalde ideologie premianti in vacanze da sogno la prescrizione di questo o quel medicamento, di emergere e costringendole conseguentemente ad emigrare all'estero e continuando saldamente a far rimanere questo paese in un melmoso stagno affaristico, per ricchi e potenti, alla faccia dei molti impossibilitati ad ottenere benefici da quello che immeritatamente continuiamo a chiamare Stato. 

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