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sabato 26 luglio 2014
Si fa presto a dire Pace
Da "Il Post":
I giornalisti Joshua Keating e Chris Kirk hanno pubblicato su Slate una tabella che mostra in modo molto semplice, con delle faccine colorate, i rapporti di amicizia e inimicizia tra i principali stati e gruppi del Medio Oriente, più gli Stati Uniti. Ci sono al Qaida, Israele, Egitto, Siria, Hamas, Hezbollah, Iran, Iraq ISIS, Autorità Palestinese, Turchia e Arabia Saudita. La tabella è particolarmente utile per capirci qualcosa di più nella complicata rete di alleanze che sta determinando l’andamento delle guerre in Siria e nella Striscia di Gaza, per esempio. Ma anche per ricordarsi che includere l’ISIS nella più ampia organizzazione di al Qaida è sbagliato, che Hamas e Autorità Palestinese non hanno relazioni eccellenti (e vogliono cose spesso diverse), e che la divisione tra sciiti e sunniti è importante, ma non è l’unica e determinante che spiega la politica e le tensioni del Medio Oriente. (Dopo la tabella, trovate qualche dritta per capire meglio il contesto.)
Cinque punti da tenere a mente
1. Iran-Siria-Hezbollah.
L’Iran è uno dei tre paesi del Medio Oriente a maggioranza sciita – gli altri due sono Iraq e Bahrein – ed è alleato da oltre trent’anni con la Siria. L’Iran e la Siria sono i sostenitori del movimento libanese sciita Hezbollah, il cui ramo militare opera nel sud del Libano e ha come obiettivo la distruzione di Israele. Nella guerra in Siria che va avanti da più di tre anni sono intervenuti a fianco del presidente siriano Bashar al Assad sia Hezbollah, nelle zone montagnose al confine con il Libano, sia l’Iran, mandando uomini e armi. Questa alleanza si contrappone a quella formata da Egitto-Arabia Saudita-Stati Uniti.
2. Egitto-Arabia Saudita-Stati Uniti.
Egitto e Arabia Saudita sono i due alleati più importanti degli Stati Uniti in Medio Oriente, Israele escluso. Sono entrambi paesi a maggioranza sunnita, anche se molto diversi tra loro. L’Arabia Saudita da anni ha sviluppato una forte competizione con l’Iran per la supremazia della regione del Golfo Persico – e la sua alleanza con gli Stati Uniti è funzionale a questo obiettivo; il nuovo governo egiziano dell’ex generale Abdel Fattah al-Sisi ha dimostrato invece di avere come obiettivo prioritario quello di annullare il potere dei Fratelli Musulmani in Egitto, al governo fino all’estate scorsa con l’ex presidente Mohamed Morsi. Per questo motivo negli ultimi giorni l’Egitto ha criticato così tanto Hamas – l’ala palestinese dei Fratelli Musulmani – e per questo Hamas è così diffidente ad accettare proposte di tregua mediate dall’Egitto.
3. Iraq-Iran.
Sono entrambi paesi a maggioranza sciita, anche se l’Iraq è formalmente alleato con gli Stati Uniti dalla caduta dell’ex presidente sunnita Saddam Hussein. Tra i due l’Iran è molto più forte e da anni è in grado di influenzare pesantemente le scelte politiche interne irachene. Entrambi si oppongono all’ISIS, ma l’Iraq ha una posizione nei confronti del regime siriano molto più ambigua rispetto all’Iran (ambiguità giustificata dall’alleanza con gli americani).
4. Hamas-Autorità Palestinese.
Dal 2007 Hamas controlla la Striscia di Gaza, mentre l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) controlla la Cisgiordania. L’OLP controlla di fatto anche l’Autorità Palestinese, il governo palestinese, che negli ultimi anni ha preso spesso posizioni molto più moderate rispetto a quelle di Hamas. Mentre l’Autorità Palestinese è appoggiata dall’Egitto e da diversi altri paesi della Lega Araba, che sperano che la Striscia di Gaza torni sotto il controllo dell’OLP, Hamas è appoggiato soprattutto dall’Iran (anche se meno in questi ultimi anni, a favore del Qatar). Qui un ulteriore approfondimento delle divisioni interne tra i palestinesi.
5. ISIS.
Lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante è in assoluto il gruppo più odiato di tutto il Medio Oriente, nel senso che non ha alleati. È un movimento estremista sunnita (si potrebbe chiamare anche stato, se si considera che ormai governa diverse città della Siria e dell’Iraq): è nemico di al Qaida, da cui si è staccato all’inizio di quest’anno; dello stato iracheno, a cui cerca di sottrarre parte del territorio nazionale; dei ribelli siriani e in misura minore finora anche del governo di Bashar al Assad, contro cui combatte per il controllo delle zone nord-orientali della Siria; e degli stati sunniti moderati e sciiti, che si oppongono al progetto di creazione di un califfato islamico.
Bonus: sciiti e sunniti
Sono i due principali rami dell’Islam. Le loro divisioni risalgono alla morte del fondatore dell’Islam, il profeta Maometto nel 632 d.c., ma dal punto di vista politico l’inimicizia è cresciuta molto a partire dal 1979, anno della rivoluzione khomeinista in Iran che ha permesso l’instaurazione di una teocrazia islamica, sciita. Poi tra sciiti e sunniti ci sono anche divisioni e alleanze trasversali: l’Iran (sciita) è alleato con Hamas (sunnita), l’Arabia Saudita (sunnita) è in competizione con il Qatar (sunnita), per esempio.
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