"Il Bambino che è in noi" ha uno spazio tutto suo in questo giorno un po' speciale anche se oramai "imbarazzante" numericamente.
Personalmente lo curo ed ascolto molto, a volte lo redarguisco constatandone però, a malincuore, l'errata auto-repressione di molti, ignari del fatto di come egli vada necessariamente coltivato, assaporato, ascoltato e coccolato.
È la caldaia del motore che permette, a volte, di dare il giusto peso alle cose, ai sentimenti, ai pensieri che fuoriescono ogniqualvolta riusciamo a stare in silenzio tra noi, vincendo la paura del confronto.
Egli ha molti nemici storici tra cui finti pensatori che credono che la crescita sia indissolubile dall'imposizione di regole, concetti, pensieri che ne estirpino la presenza nell'alveolo personale e frasi come "te ghè ciú anni de'n datero!" costituiscono eclatanti esempi in materia.
Tra le positività di una giusta coabitazione "il Bimbo che è in noi" riesce a donare flash introspettivi il cui principale beneficio è la sterilizzazione da stressanti fattori esterni che, inoculati da agenti patogeni "preoccupanti", tenderebbero a "serioizzarti" (è inutile cursore che continui ad evidenziarmi che serioizzarti non esiste! Lo so! L'ho appena inventata! Fatti una padellata!) oltre il dovuto, riuscendo nell'impresa di non farti più emozionare per un'alba vissuta in "primis accensionis pagliae" o nel tramonto "in scatarratio post pacchettum".
E come tutti gli anni egli ha in questo giorno mano libera, iniziando da marzo a proporre progetti costosissimi, subito scartati dalla giuria interna, arrivando poi col tempo a quelli alla portata, aventi però sempre il comun denominatore di "imprimatur sciamannata", che prima o poi brevetterò, e l'amato da entrambi mezzo di trasporto su rotaia.
Dopo svariati incontri si è deciso di vivere la Aulla-Lucca via Garfagnana con sosta in tipica trattoria, sperando di trovarvici carte, anziani saccenti del luogo e rosso nostrale, basilare compagno di viaggio. Ciuff-ciuff!
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