mercoledì 30 aprile 2014

Stranezze vergognose


Un imprenditore che fallisce, la sera va a festeggiare al ristorante tra canti e balli?
Un gioielliere che gestisce in modo abnorme il suo negozio, con spese enormi per il personale che ha voluto stimare tre-quattro volte il necessario, con ricavi che non riescono a coprire la voragine, una volta che riesce a vendere il cameo di famiglia ad un miliardario che appena subentratogli licenzia gran parte del personale, togliendoli ogni possibilità futura di far parte delle decisioni gestionali l'attività, che fa? Da una mega festa in villa tra lingue di Menelik e fiumi di champagne per evidenziare il vergognoso epilogo o invece zitto zitto, scompare per un po' dalla vista dei parenti, incazzati e scandalizzati dalla fine miserrima della vicenda?

E allora perché tra fanfare e squilli di tromba, tra dichiarazioni di giubilo, tra esposizioni di personaggi squallidi presentati come salvatori della patria, assistiamo all' altresì vergognoso epilogo della vicenda Alitalia?

Anzi : 



La nostra compagnia di bandiera, le cui speculari società sono vanto di ogni paese democratico e fiore all'occhiello di ogni stato, viene svenduta, consegnata ad un paese straniero.
In nessuna parte al mondo civile ci potrebbe essere un coro di consensi e festanti commenti come qui da noi.

Vedere ad esempio un Lupetto-Lupi estasiato dall'essersi accordato con magnati arabi nella consegna del cameo italico, lascia un enorme amaro in bocca a chi crede ancora che la buona gestione di società a partecipazione statale, sia la via maestra per corroborare una democrazia. 

Alitalia è stata depredata negli anni da squali, topi di fogna, da scelte scellerate che l'hanno sempre trattata come riposo per futuri votanti, per giochi segreti di squallida economia, per rifocillare predatori scandalosi, per portare acqua e denari a compagini politiche di ogni colore. 
L'hanno riempita di "amicidegliamicidegliamici", hanno permesso di lucrare e sperperare introiti certi ed enormi, hanno approvato stipendi luculliani a manager "di sta' minchia" che più perdevano e più guadagnavano, da scellerati e diversamente uomini di affari che hanno permesso arricchimenti inauditi alla faccia di ogni regola finanziaria decorosa. 

Noi tutti abbiamo periodicamente rimpinguato il forziere-forzato, solo nel 2008 di quattro miliardi, noi tutti siamo stati messi da parte e all'oscuro di ogni manovra da arresto, di ogni gioco d'azzardo che ha continuato a tener in vita un cadavere figlio di orripilanti intrallazzi, di inadeguate e criminose azioni a delinquere.

Ed ora arrivati all'ultimo traguardo, quello della consegna in mani ricche, sagge ma straniere, siamo a festeggiare questo epilogo che fotografa in pieno la vita appesa ad un filo di una nazione alla mercé di tanti e troppi Ali Babà, di tutte le razze e specie. 
Festeggiamo la caduta di una nobile società che portava il messaggio in giro per il mondo di uno splendido tricolore oramai più rosso che bianco e verde per la vergogna, di un marchio pubblicitario per una nazione diversa e più bella di altre, di un popolo ingegnoso, fantasioso, allegro, variopinto, curioso ed in-curiosante, canterino e proprietario di arte, di storia, di civiltà il quale da tanti anni oramai si vergogna e soffre per una conduzione politica ed imprenditoriale di pochi insensibili, senza ritegno, senza scrupoli che lentamente sta gettando alle ortiche ogni bellezza, ogni poesia, ogni fierezza in nome di un vergognoso accaparramento di casta.
Ciao Alitalia! Voli via con l'Italia!     


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