Come la maschera di un cinema strappa i biglietti degli
spettatori, il gelataio riempie i coni del suo prodotto, il vigilantes
controlla usci e saracinesche per sventare furti, il panettiere inforna di
notte per offrire la fragranza del suo pane ai clienti affezionati, il liutaio
ripara le corde degli strumenti musicali rotti, il confettiere ricopre di
glassa le mandorle, il bagnino controlla il mare per la sicurezza dei
bagnanti.. così i segretari dei Sindacati CGIL, CISL e UIL esplicano la loro
funzione proclamando uno sciopero generale più per legalizzare i loro lauti
stipendi che per le problematiche reali e critiche dei lavoratori.
Ripieni più delle cime in carne di proprietà, con tesori
accumulati in tanti anni di lotta politica (a parer loro) queste aziende apparentemente solidali, riescono sempre a far credere di essere dalla parte dei meno abbienti, quando
in realtà sono in eterna ed amichevole intesa con il potere politico ed
economico.
Sbraitando ed urlando alla luna, questi confederati araldi della disparità, fingono di tentar di riportare la
classe lavoratrice in un ruolo di preminenza che le competerebbe, lasciando di conseguenza nelle mani di un singolo la vera lotta per i diritti, a parer mio esclusiva di una persona per
bene, una delle poche ancora in circolazione, al secolo Maurizio Landini.
Le altre sigle sindacali si sforzano unicamente di rimanere
alla luce del sole per non soccombere al sospetto di essere conniventi con chi
dovrebbero combattere.
Lo sciopero oramai ha perso la sua forza trainante, la sua ragion d'essere. E’ divenuta un’azione
che si ritorce contro gli stessi che lottano già di per sè contro questo sistema malato e
oramai in coma profondo.
Bene ha fatto Matteo Renzi a riprendere il colloquio con
Landini, in nome di una classe operaia che è ancora nerbo e colonna di questo paese,
pur avendo perso negli anni autorevolezza, compattezza ed importanza ma
soprattutto resa accondiscendente ai velati soprusi di coloro che credendo di
essere investiti da poteri divini, si permettono di prevaricare diritti, i riconoscimenti economici in nome di un progresso in realtà restaurativo.
Senza che Camusso e compari muovessero un dito per la causa.
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