mercoledì 25 dicembre 2013

Che Storia!


Certo che questa Storia è perlomeno curiosa!
Se fosse una palla chi l'ha pensata ha creato un vero capolavoro, un'opera d'arte capace di rimanere per sempre nella testa di miliardi di persone. 
E' vero che c'erano state prima di questa narrazioni simili, quasi uguali, di dei che nascevano nel giorno del sole, divinità che spuntavano nel mondo per salvarlo. 
Migliaia di anni prima qualcuno aveva concepito qualcosa di simile. 
Mai però la fregnaccia, ammesso che lo sia, ha cambiato la datazione del tempo, divenendo lo spartiacque tra quello che c'era prima e quello che ci sarà dopo. 
Da questo punto di vista Dio entra nel tempo a tutti gli effetti. 
Se ci fosse stato lo scrittore di fantasia, il Tolkien primitivo, lo sforzo intrapreso per prendere per il naso l'umanità fu tanto grande da esserne divinità anch'esso! 
Chi pensò senza veridicità di narrare la nascita di Dio dentro una grotta, lontano da clamori, lussi e potenze si prese un rischio così grande per la mentalità del tempo, equiparabile ai giorni nostri a qualcuno che volesse lanciare un prodotto e lo facesse senza convocare stampa, tv e catering, ma lo presentasse nel deserto a dei cammellieri affaticati dalla marcia, sperando lo stesso nel successo in borsa della sua azienda. 
Quindi necessariamente decade il fattore pubblicitario: chi scrisse, ammesso che vi fosse un tale tanto ardimentoso, lo fece partendo dal fatto che la fiaba non avrebbe avuto mai successo, clamore. 
Avrebbero potuto i pastori, i viandanti, gli oppressi credere ad una divinità che nasceva all'ombra di tutto, in fuga e nella povertà più assoluta? 
Che intento avrebbe avuto il Tolkien di quei tempi, se non quello dell'insuccesso?

Allora.. escludendo la palla pro grulli, di conseguenza vuoi dire che il Fatto narrato dai Vangeli è vero? E' realtà? E roba da crederci? 

No! Non voglio dire questo! 

Dico solo che sicuramente il Fatto contemplato da almeno duemila anni è quantomeno strano! 
Molto strano!

Strano perché ha attecchito subito nelle menti di molti, strano perché è stato tramandato, è divenuto causa di morte di molti che credendovi hanno messo a repentaglio la propria vita. 
Strano perché racchiude moltissimi spunti che ritroviamo quotidianamente nella personale esistenza di ognuno.
E' l'inaudito pro die. 
Chi non prova nel giorno gli stessi sentimenti che spuntano dalla Narrazione? 
Chi riesce a non scegliere tra la gioia del poco con la sirena del molto che ad ogni ora ti si presentano innanzi?

Vi è un giorno in cui non ti trovi davanti l'indigente, il povero, la nascosta via che tu sai essere dolorosa tanto quanto la voglia di evitarla? 
Sorge il sole senza che tu non sia attratto da qualcosa o qualcuno emanante luce di saggezza, di distinguo, di passione, di ludico? 
Nel lavoro devi seguire o no una stella? 
Hai oppure no la libertà di seguire, di decidere, di preferire qualcosa che brilla di più di altro, di appagante, di professionalmente accrescitivo per i tuoi traguardi, per dimostrare a tutti che sei bravo, evitando un misero segnale, senza quasi senso, una strada in salita, faticosa, non asfaltata, silente, che tuttavia senza clamore, senza spot, senza armi accattivanti, intravedi come una possibilità, un pertugio da cui in lontananza pur tra mille difficoltà, riesci ad intravedervici dentro novità, pace, scrematura di te stesso, senso di vacuo riempimento, il blocco a cavilli trasformati dal tuo ego in cavalli di razza tremendamente scalpitanti? 
Ad ogni ora del vivere sei davanti a ciò che accadde, o non accadde, duemila anni or sono! 
Ogni minuto, ogni attimo della tua esistenza sei nella Grotta.

Adorare o adorarsi? 

Inginocchiarsi ammettendo la caducità della creatura dinnanzi al suo Creatore o correre in altre stanze ben più aerate ed illuminate promettenti fama e gloria?

Diventare pastore in cerca della stella per servire nell'umiltà o crearsi il proprio dio per farsi adorare da tanti erranti che non hanno scorto il segno del Cielo?

Ognuno fa la sua scelta. 

Si cade, ci si rialza, si ritorna dalla Grotta trovandola sempre aperta e serena, inspiegabilmente serena, si guarda il Bambino comprendendo che tutte le porte chiuse con forza precedentemente erano la stessa Grotta, lo stesso Bimbo. 

Ti chiedi allora, se tutto ciò fosse vero, se ad esempio a Lampedusa non vi siano centinaia di culle con lo stesso Infante, con l'identico e disperato bisogno di calore. 
Ti chiedi se il giovane sfruttato da orchi contemporanei, il ragazzo lasciato a vagabondare nel mondo mentre accaparratori di risorse continuano a succhiare vitalità pur essendo in grado di vivere con i propri mezzi accatastati negli anni, non sia il sereno poppante riscaldato dal bue e l'asinello. 
Ti domandi se il sopruso a cui assisti ogni giorno, non sia lo sfondo finto che toglie la cometa dal cielo ingannandoti sull'assenza di segni, di opportunità e di riscatto per ognuno di noi. 

Ci ingannano ogni dì dicendoci che è tutta una clamorosa balla? 
O lo fanno per salvarci dal ridicolo, dal pensiero che vi sia Qualcuno arrivato sulla Terra con sembianze di Bimbo capace di creare tutto quanto vediamo e non vediamo? 

E' questo il messaggio che mi arriva oggi da Betlemme! 

Mi sforzo, come ogni anno, di rimanere nell'ansia della ricerca, attorniato da amici, brancolando a volte nel buio più nero, più freddo, ma testardamente deciso a scavalcare l'ennesima cresta, il successivo colle. 
Vedo, intravedo qualcosa nel cielo.  
A volte non so cosa sia.
Ma è tanta la voglia di poter entrare nel Luogo dell'Inverosimile, di guardare negli occhi il Bimbo, la Novità, la Gioia che non tramonta, di risentire ciò che molte volte provavo, che vale la pena sudare, ansimare, faticare solo per riuscire a ricogliere quel lampo diverso, strano, opposto a ciò che ci acceca quotidianamente.

Buon Natale!

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