domenica 10 novembre 2013

Grande gioia!


Beh si, ogni tanto bisogna farlo! Occorre lasciar galoppare lo stomaco, i sensi gastronomici, l'effluvio culinario! 
E allora si va a cena fuori in un bel posto, in centro in un bel localino (non posso far pubblicità) diciamo un ristorante piccolino.

Friniscono le papille, l'epiglottide batte gioiosamente il tempo, il gargarozzo straluna all'arrivo del Franciacorta Bellavista. 
Senti le ola dei neuroni alla vista dei gamberoni preparati con sale dell'Himalaya, e poi i tagliolini neri in salsa tartara con vongole che fanno aprire e chiudere il cardias al ritmo della macarena. 
Arriva infine la spadellata di mare con totani, gamberi ed altre bellezze a decretare che la Creazione, specialmente quella acquatica, è cosa buona e giusta! Il fegato pur stressato, accetta di buon grado lo straordinario ed è premiato dall'arrivo di un incantevole limoncello coadiuvato da un prosecco favoloso. 
Tutto il corpo freme come una vergine per l'incontro con l'amato gastronomico. 
Un'agape eccelsa, un incontro con l'arte, un dedalo stordente di emozioni che sfocia nella pacca sulle spalle del dio Bacco, fiero di un degustatore come me. Tutto quindi é lasciato allo stato brado, all'imbizzarrimento più selvaggio, al fine di ricevere la brezza saporita che scalda i cuori.

A tavola non s'invecchia! Diceva il saggio... non sarà perché a lungo andare si rischia ivi.. di lasciarci la ghirba?

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