mercoledì 18 settembre 2013

Sulla sponda festante!



Come avrà passato la nottata?

Avrà fatto due conti?

No?

Allora glieli faccio io!!

Dunque: pesano 790,4 Kg se decidesse di pagare in banconote da 500 euro. Ho fatto delle ricerche appurate: per contenerli tutti occorrerebbero 82, dico 82, borse da PC portatile, 32 trolley da viaggio 58x38x20,5 cm. Viceversa se li volesse pagare in taglio da 100 euro peserebbero 4940 Kg! Cinque tonnellate di biglietti da 100 euro che prendono il volo, da Arcore a casa De Benedetti!!

Oh dei del cielo!
Quale tremenda punizione gli avete riservato!
E noi che disperavamo, incapaci di comprendere il perché Zeus non lo avesse ancora incenerito con uno dei suoi celeberrimi fulmini!
Ignari dubitavamo, sospettosi cogitavamo ardue sentenze: il destino è cieco e baro, i furbi alla fine vincono sempre!

Mea maxima culpa!

Cosparso di cenere chiedo venia all’Olimpo che ha scatenato cotanta impervia prova a questo settantasettenne oramai in procinto di colare a picco. Quasi quasi il mio animo sensibile vorrebbe implorare la grazia per cotanto patimento inflitto! Se ci fosse un dio dei Moniti Giorgio nell’aere dorato degli dei, sarei quasi tentato di chiedergli di intercedere!

Si deve dunque privare di 494 milioni, il signorotto soggiogatore di civiltà, il despota mediatico che ha avviluppato un intero paese per mezzo delle sue celeberrime fandonie, che si è reso simpatico nei momenti di gaudio, a dir vero per pochi eletti, piangente con chi soffriva e ancora soffre per sua colpa, clemente con gli amici dediti al malaffare di stampo mafioso, falso dispendioso di aiuti ai miseri, agli sciagurati, ai senza tetto, finto muratore con chi vedeva dispersi i suoi averi per calamità, fantasioso idraulico con chi stava affogando, impavido costruttore (sulla carta) con chi cercava un riparo asciutto.

La Giustizia, comunista (ma si diciamoglielo almeno lo accontentiamo) perfettamente comunista, gli ha estirpato 790,4 Kg di banconote da 500 euro, la perfida bilancia che pareva pendente verso il suo capo inceronato ha deciso invece e per sempre di privarlo di parte del suo “tessssoro”.
Come un Gollum meneghino avrà pianto tutta la notte, avrà sporcato il viale della sua immensa magione di fanghiglia formatasi dallo scioglimento degli strati perenni di cerone che tentano di mascherarci il suo dissolvimento, la sua canizie, il suo tramonto incanutente. Si sarà strappato questa notte il tabacco marcio che ha in testa, avrà cercato conforto negli amici, i grandi suoi amici che da stanotte inizieranno a scansarsi leggermente.

Lo immagino nel salone delle feste con luci soffuse a cercare di prendere a calci Dudù per sfogarsi, a cercare nell’enorme agendona personale qualche troione con cui cercare di rinvangare i tempi d’oro, le feste, gli amici genuflessi con cui si sentiva padrone e signore della notte.

Lo immagino attorniato dai figli in un lugubre silenzio a contare le mazzette, tra uno scoppio siliconico per stress della primogenita ed un nuovo flirt compensatorio di un’altra.

Lo chiameranno gli adepti, lo rincuoreranno vanamente i servi, Verdini lo rassicurerà di provare ad organizzare un colpo riparatorio, tenteranno di risvegliarne la sete profonda per il brigantaggio, le azioni inique che da sempre lo hanno contraddistinto al fine di rimpinguare il bottino di famiglia scarnificato dalla sentenza.
Volano dunque via con il vento salubre della condanna 790,4 Kg di banconote color viola, tra lacrime, sospiri e canti sepolcrali dell’immarcescibile Apicella!

Nel silenzio tombale arcoriano ascolterà in lontananza le urla sguaiate di chi ha appena testé compreso che i saggi cinesi in attesa sulla sponda del fiume alla fine hanno sempre, e per sollievo, ragione!

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