In viaggio in treno verso casa da Piacenza metto in moto
l'osservazione del costume attorno a me.
Occasione unica per uno costretto da
tempo immemore a vivere nelle mura commerciali che alla fine della carriera
sono certo mi consegneranno alla pensione come un galeotto che ha usufruito del
permesso di libertà notturna con obbligo di rientro diurno! Ma questo è un
altro discorso che spero prima o poi le due caselle turistapersempre grattate,
mi tolgano dalla mente!
Dunque osservo la società: salgono a Fidenza uno stuolo
studentesco in direzione Parma, molto allegro anche se la meta scolastica non
dovrebbe concedere risa, almeno così mi ricordo. Si siedono davanti a me due
fanciulle, massimo quattordicenni. Parlano tra loro ed io cerco di non
ascoltare. Ma come una serva alla fonte per ricaricar il vaso, mi trasformo nel
marinaio al sonar di Ottobre Rosso (come si chiamava?).
Capto oltre al respiro, regolare, alcune frasi delle due:
problema del lavaggio frequente dei capelli, invaghir classico del belloccio
della classe (non lo sono mai stato cavolo! Chissà che bello deve essere
camminare in mezzo a sospiri, a sguardi rx gammagrafici delle adepte con tanto
di consegna della relativa lastra e fattura!).
Solita routine quindi? Non
proprio.
Ad un certo punto la più piccola tira fuori un kit per il trucco degno
di Moira Orfei ed inizia a trasformarsi dalla cugina di Heidi in una miniatura
di Belen (a proposito! Oggi si sposa! Che bello! Starò in contatto con la
Signorini tutto il giorno per avere news in merito all'evento! Che emozione!)
Non ho detto nulla, tranne che forse sto invecchiando. Cogito su
cosa sia oggi la bellezza, il rincoglionimento dei media sui minori, gli
innevati bambafici che formano la Moda, la cultura spezzata da troppe, troppe
puttanate arcoriane.
È la modernità bellezza!
Già! Un treno che passa sempre nuovo. Bofonchiando rimango
felice del fatto che ogni anno mi trattengo facendomi violenza, forse
sbagliando, ad acquistare il nuovo album delle figurine Panini.
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