Proprio vero che la ricchezza non sempre può dare la felicità:
prendete quel signore che da vent'anni scrive la nostra vita. Ricchissimo,
possidente decine di case, famoso, sciupafemmine. Eppure in questi giorni pare
essere l'uomo più infelice al mondo: non riesce a vedere una via d'uscita per
mantenere immacolata la sua fedina penale. Invoca amnistie, trama ricatti,
spera in uno stravolgimento del diritto che farebbe affondare lo stato.
Niente.
E per di più oggi pomeriggio alle 13.30 accoglierà nella sua
bicocca personaggi scomodi, pericolosi per una riunione che dovrà decidere le
sorti del governo del nostro paese.
All'incontro ci saranno sicuramente il pupazzo Capezzone, che
una volta inserite le pile, sciorinerà la solita filastrocca imparata a fatica
dal suo misero magazzino di neuroni e nella quale attacca i giudici comunisti,
il rancore degli invidiosi, l'irriconoscenza del popolo italico nei confronti
del suo dio arcoriano che tanto ha fatto per esso.
Ci sarà Verdini perché essendo le banche chiuse al sabato, è
libero da impegni finanziariamente incaprettanti i forzieri del nostro sistema
bancario.
Ci sarà la signora Garnero, che tutti chiamiamo Santanchè non si
sa perché, la quale se la riunione dovesse degenerare è pronta a mangiarsi tutti
i partecipanti in virtù dell'enorme bocca siliconica di cui è provvista.
Ci sarà il Minzo! Si, il Minzo con al seguito la lunghissima
lingua felpata che lecca da lustri il suo vate e che noi coglioni abbiamo visto
in azione per centinaia di serate durante il TG1 che pagavamo di tasca nostra a
mezzo canone per un importo di 109,13 euro e che ci donava la nettissima
sensazione di essere dei babbani di statura mondiale. Augusto Minzolini
arriverà all'incontro con una cassa di carte di credito appositamente create
per lui, che striscerà per sfizio durante la discussione più che altro per non
perdere l'enorme abilità a compiere siffatta operazione.
Forse sarà presente anche Cicchitto, guarda caso colpito da un
inusuale senso di caritatevole umanità ed invocante in queste ore il perdono
per i poveri carcerati ammassati come sardine nelle nostre carceri e che
chiamiamo con commozione amnistia. Cicchitto si offende molto se qualcuno osa
pensare che questa improvvisa folgorazione possa essere messa in relazione alle
vicende giudiziarie del suo boss! A volte se si innervosisce molto pare esca di
corsa dalla cuccia, abbaiando come un molosso napoletano.
Ecco quindi perché mi sento felice di non essere miliardario
come il Tappo, il quale poveretto oggi pomeriggio dovrà rinforzare la servitù
per proteggere l'argenteria della sua magione, visto gli arrivi imminenti dei
suoi adepti che hanno preso molti spunti dalla sua vita malavitosa, di triste
signorotto con il tabacco marcio sulla testa!
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