Passano i lustri, passano i governi, passano le proposte di
legge, i discorsi programmatici durante la nascita delle nuove compagini
governative, passano gli anni ma alla fine la risultante è sempre questa: ci
prendono per il culo!
Chi ha un lavoro dipendente paga le tasse.
Da questo
assioma scaturisce un'altra certezza: chi ha i soldi ed un'azienda cerca di non
pagare le tasse.
Sconvolge, soprattuto di questi tempi, la tabella pubblicata
ieri dal ministero delle Finanze da cui si evince che chi ruba lo fa in maniera
sfacciata, smodata, insensibile alle difficoltà della collettività.
Emerge ad
esempio che chi noleggia auto dichiari redditi per 5.300 euro. Un negozio di
scarpe 6.500, autosaloni 10.100, parrucchieri 13.200.
Ma il dato più vomitevole
è sempre uno, da decenni: i gioiellieri! Dichiarano in media 17.300 euro!!
Di
conseguenza un gioielliere guadagna meno di un suo dipendente.
Quello che
stupisce è l'estremo menefreghismo di una categoria squallida, trafficante,
inutile.
Nessun partito, nessun politico da cinquant'anni a questa parte ha mai
intrapreso azioni serie per fermare queste rapine legalizzate di categoria.
Alla fine, il risultato è sempre lo stesso: allo stato servono i soldi, il
gettito derivante dalle tasse è inferiore alle aspettative, i soldi vanno
trovati... e si vanno a prendere dalle buste paga di chi non può protestare né
difendersi, essendo il prelievo fatto alla fonte.
Dopo la pubblicazione di
questi dati, come sempre nascerà una marea di polemiche, dibattiti ed alla fine
tutto tornerà come prima.
Gioiellieri contenti di aver depredato la comunità,
taxisti euforici, ristoratori in corteo!
Mi viene però da pensare male, con cattiveria; ad esempio mi
verrebbe voglia tutte le volte che leggerò la notizia di una rapina in una gioielleria,
di non considerarla più come un atto violento ma di una semplice visita di
cortesia tra colleghi!
Ma passerà... forse!
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