Nei meandri delle loro sedi politiche, stanno vagando come zombie, cercando una ragione che sorregga loro la speranza di poter continuare a far politica nell'unico modo che conoscono, quello degli inciuci.
Parlano tra loro come dei derelitti che si ritrovano in piazza dopo una catastrofe naturale. Vagano, persi nei loro pensieri oramai antichi come le loro persone.
Sperano che le tematiche a loro care di continuare a fare politica, di lasciar far politica a chi se ne intende, cioè a loro, possano rompere il muro che questa volta sembra veramente invalicabile.
Hanno davanti lo spettro di non contar più nulla, di dover chiedere un aiuto a chi sino a poco tempo fa pareva loro un pagliaccio. Al pensiero di non poter più ricevere sostentamento, onore, ringraziamento per un aiuto dato tra le righe, sembrano impazzire; vedono davanti a loro il deserto della nullità, che prima sfuggivano grazie ad una serie di codicilli messi ad arte per rendere la loro casta inavvicinabile. Regole contorte, richiami ad articoli di leggi illeggibili, a codici dispersi nelle loro teste, utili solo a rendere il cammino della comunità impraticabile se non tramite loro.
Stanno vomitando ancora pensieri e frasi presi da manuali di sopravvivenza che permettevano loro di promettere quello che sicuramente mai avrebbero potuto mantenere. Piangono per questo assieme ad altre specie oramai in disuso, quelle dei giornalisti compiacenti che alimentavano questa loro aura di divinità attraverso articoli che veneravano le loro persone, che facevano vedere imprese ove non c'erano, traguardi raggiunti ma mai istituiti.
Piangono le platee di coloro che si alimentavano a questo obbrobrioso circo del nulla, che ricevevano briciole e sostentamento senza far nulla di democratico.
Piangono gli amici degli amici, che grazie ad una parola si foraggiavano di bene comune, che aumentavano smisuratamente compensi di opere e servizi, scippando nettare comune e risorse destinate ad altri.
Si rimordono le coscienze di chi ha tentato di rendere le platee idiote mediante la potenza dei media, mediante programmi che inebetivano giovani menti, inculcando loro false certezze in cui tutto doveva essere finalizzato all'apparire; povere teste svuotate in nome di programmi concepiti ad arte per non avere noie al lauto banchetto della post uccisione della democrazia.
Ma siccome una risata ci salverà, siccome la vera arma che annienta l'idiozia al potere è la satira, l'accensione di fari intellettivi che mettono in risalto le azioni inique e false, forse ci salveremo e ritorneremo a pensare alla Politica ... grazie ad un Comico!!!
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