martedì 9 ottobre 2012

Ciao Usman!


Caro Usman non ti preoccupare, cerco di ringraziarteli io i tuoi... "amici"! 

Ieri sera ti sei impiccato nel centro di accoglienza di via Filzi, nella nostra città. Avevi 28 anni. 

Allora vediamo: iniziamo i ringraziamenti chiaramente con Bossi e Fini autori della legge attuale. 
Uno, il lombardo, oramai è uno spettro che si aggira sui palchi dove quei poveretti che ancora lo seguono, pensano alla c
himera del nord libero. L'altro, Presidente della Camera dei Ladroni, ha intensificato le sue apparizioni in Tv perché spera in una nuova "rigenerazione" per poter rifare altri 5 anni dentro quella spelonca che chiamiamo parlamento. 

Caro Usman Toffik, eri scappato dal Togo arrivando in Italia sui classici barconi; hai girato centri che chiamiamo di accoglienza, forse perché siamo dei bontemponi, e che in realtà sono centri di repressione grazie alla legge di quei due uomini del nulla. Attendevi da tanto lo status di rifugiato politico, ma non è arrivato.
Non vorrei fermarmi qui, se me lo consenti: vorrei ringraziare i Principi della Chiesa che in questi anni hanno criticato sì la legge, ma in modo tenue, sterile, inefficace, attratti dal luccichio del denaro risparmiato in tasse che il Puttaniere gli fece intravedere. 

La nostra diocesi era retta dall'attuale Patriarca di Venezia, anche lui silente, ed occupato ad estirpare chi non la pensasse come lui e come i suoi amici romani, ovvero fedeltà assoluta al Nano qualsiasi cosa facesse, anche le bestemmie, in virtù del luccichio di cui sopra e del fatto che il pensiero di una effimera destra sia da molti considerato cristiano, cosa che personalmente ritengo una enorme cagata! 

Sei stato accolto fraternamente nella struttura che abbiamo in via Filzi retta da Don Martini. 
Ma ciò non è bastato. 

Volevi e sognavi la libertà, l'indipendenza, volevi vedere un futuro da uomo. 
Non te lo abbiamo proposto Usman. 
Noi continuiamo a sapervi vicino al Canaletto, sperando di non incontrarvi in un parcheggio a venderci i fazzoletti, sperando che ritorniate a casa vostra perché qui non c'è lavoro neanche per noi, dimenticando che al momento viviamo ancora da esseri umani, al contrario di "voi". 

Perdonaci. 
Ti sia lieve la terra e riposa in pace.

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