Me lo immagino seduto su un'enorme seggiola laccata oro, con le mani che non riescono a star ferme, bofonchiante e sbuffante come una locomotiva a vapore, nel silenzio del suo regno oramai in deciso decadimento.
Ogni tanto qualche servo bussando alla grande porta tenta di scuoterlo, informandolo sulla crisi delle borse, sul crescente disagio del nostro paese.
Lui però nella penombra è assorto da altri pensieri; anzi, dal Pensiero Fisso: milleottantaquattromiliarditrecentoundicimilioniduecentomila delle vecchie lire! Questo è il prezzo delle sue scorribande, di anni e anni di egoismo! Lo hanno braccato, accerchiato, scovato con ogni mezzo e lui si è sempre liberato dalle corde della giustizia facendosi delle leggi su misura, ad personam.
Ma ora no: il Fato lo ha colpito nella parte a lui più cara, quella che il suo cuore insegue e idolatra da lustri: il portafogli.
Lo hanno colpito dove ha il tessorrro, lui novello Gollum della Brianza: per quello ha spergiurato sui figli, ha ingannato milioni di connazionali, ha fatto finta di governarci ma in realtà pensava solo ed esclusivamente ad arricchire il suo scrigno, quello che gli permette di avere degli schiavi proni e silenti.
E lo hanno colpito al cuore!
Deve pagare e il silenzio che si è scavato intorno, l'assenza di mignotte e clowns è la certificazione della sua solitudine!
Solo, triste e sconfitto Gollum piange ed impreca sulla vita che passa, sui coglioni che hanno capito solo ora quel che erano a seguirlo, sulla sua infinita avidità che gli procura lancinanti dolori al pensiero di come la Giustizia per una volta abbia fatto il suo corso, depredandolo di tanta ricchezza!
Piangi Gollum, piangi come facciamo noi da vent'anni a questa parte!
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